Bologna Jazz Festival 2018: the Big Band Theory
Big Band Theory: l’edizione 2018 del Bologna Jazz Festival, che si terrà tra ottobre e novembre, suonerà a tutto volume. I concerti principali nei teatri vedranno infatti impegnati grandi organici orchestrali, e vari altri ensemble di ampie dimensioni si ascolteranno poi nel corso della restante programmazione.
Dal primo rilevante appuntamento con Fabrizio Bosso assieme al suo quartetto e al Paolo Silvestri Ensemble (impegnati in un omaggio a Duke Ellington particolarmente ricco di fiati) si proseguirà con l’inedito incontro tra David Murray e la Tower Jazz Composers Orchestra, sino ad arrivare all’altisonante Clayton-Hamilton Jazz Orchestra con ospite Cécile McLorin Salvant, la vocalist afroamericana che ha rilanciato il fascino delle jazz divas. L’impressionante cast del San Francisco Jazz Collective, con otto blasonati solisti impegnati in un programma dedicato alla musica di Antônio Carlos Jobim, e la produzione sinfonica “From Bach to Bebop” con Enrico Pieranunzi e l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna diretta da Michele Corcella completeranno la “Teoria dei grandi numeri” che contraddistingue il BJF 2018.
A mettere bene in chiaro i grandi numeri dei main concerts del Bologna Jazz Festival 2018, martedì 30 ottobre al Teatro Arena del Sole arriverà la più brillante tromba del jazz nazionale, Fabrizio Bosso. Con lui ci saranno il suo quartetto stabile e in aggiunta l’ensemble di Paolo Silvestri, che cura direzione e arrangiamenti del programma orchestrale dedicato a Duke Ellington. “Duke” ha folgorato gli appassionati sin dal suo primo apparire sulle scene grazie a una dimensione sonora lussureggiante e all’organico particolarmente ricco di fiati. A disposizione di Bosso c’è una sorta di the best of Duke Ellington: musica di intramontabile bellezza che pare cucita addosso a Fabrizio come lo era, in origine, alle strabilianti trombe dell’orchestra del Duca.
Il riunirsi sullo stesso palco di artisti che mai hanno suonato prima assieme e le cui esperienze, simili o antitetiche, saranno il combustibile per la creazione di qualcosa di nuovo è uno dei cardini fondamentali dell’estetica musicale jazzistica. Ed è proprio sotto la bandiera dell’incontro inedito che sabato 3 novembre all’Unipol Auditorium il sassofonista californiano David Murray e la Tower Jazz Composers Orchestra condivideranno il palco. Un solista afroamericano di culto da una parte e un’intera orchestra, esuberante e ardita dall’altra: una produzione originale del BJF a effetto sorpresa.
La produzione più notevole del BJF 2018 andrà in scena lunedì 5 novembre al Teatro Duse, con la vocalist Cécile McLorin Salvant, la nuova punta di diamante del canto jazz profondamente ancorato alla matrice afroamericana, ospite speciale della Clayton-Hamilton Jazz Orchestra. Semplice e diretta è la definizione di questa formazione secondo DownBeat: “la migliore big band d’America”. E non sembra un superlativo buttato lì a caso, visti i solisti (a partire da Diana Krall) che si sono avvalsi della formazione creata e diretta da Jeff Clayton (sax alto), John Clayton (contrabbasso) e Jeff Hamilton (batteria).
Da un estremo all’altro del jazz della West Coast: mentre la Clayton-Hamilton Jazz Orchestra raccoglie i migliori strumentisti dell’area di Los Angeles, il San Francisco Jazz Collective (che si esibirà mercoledì 7 novembre all’Unipol Auditorium) è strettamente associato col San Francisco Jazz Festival, del quale è regolarmente ospite. L’SFJAZZ Collective è un punto di raccolta delle migliori idee del jazz statunitense a 360° (a dispetto dell’indicazione geografica, sono molte le forze provenienti dalla East Coast o altre latitudini). Questo ottetto all stars dall’organico in costante evoluzione raggruppa nella sua attuale line up alcuni dei più rinomati nomi del panorama statunitense: Miguel Zenón, David Sánchez, Sean Jones, Robin Eubanks, Warren Wolf, Edward Simon, Matt Brewer e Obed Calvaire. Tra loro vige un’assoluta democrazia: sono tutti parimenti leader, solisti, compositori. L’SFJAZZ Collective eseguirà un omaggio alla musica popolare brasiliana di Antônio Carlos Jobim.
La produzione di cui Enrico Pieranunzi sarà protagonista mercoledì 14 novembre all’Unipol Auditorium fornirà al pianista romano la cornice più sontuosa (un’orchestra sinfonica a pieni ranghi oltre alla ritmica jazz) per poter intrecciare in un percorso unitario la pluralità dei suoi interessi musicali: dalla tastiera emergerà un’affascinante narrazione in movimento dalla musica barocca al bebop. Sui leggii ci saranno musiche di John Lewis (ergo del Modern Jazz Quartet) arrangiate da Michele Corcella, sul palco anche come direttore dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna.
Il programma completo del festival, che sarà reso noto a inizio ottobre, oltre che sull’ampia offerta musicale punterà con vigore anche sulla didattica e sull’intersezione tra jazz e altre forme espressive, come dimostra la rinnovata collaborazione con BilBOlbul Festival internazionale di fumetto. Primo frutto di questa partnership sono le immagini originali che compaiono sulle varie tipologie della Bologna Jazz Card e il manifesto del festival: opera di un illustratore di primo piano come Andrea Bruno.
Con l’annuncio dei concerti principali del cartellone del Bologna Jazz Festival 2018 si attivano anche le prevendite degli abbonamenti e dei singoli biglietti. Tra le varie modalità per assistere ai concerti del BJF spiccano ancora una volta le possibilità offerte dalla Bologna Jazz Card 2018-2019. Con la Card si ottiene un accesso privilegiato ai concerti del festival, con numerosi vantaggi: dall’applicazione del prezzo ridotto sui singoli biglietti all’accesso all’area riservata delle platee (fino a esaurimento dei posti) a varie tipologie di sconto per i concerti nei jazz club e nei vari teatri affiliati al festival. Ma il punto di forza della Card è la possibilità, destinata esclusivamente ai suoi possessori, di sottoscrivere l’abbonamento per tutti e cinque i concerti nei teatri del BJF 2018.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol, TPER, Città Metropolitana di Bologna, Bologna City of Music UNESCO, del main partner Gruppo Hera e con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e di SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori.